giovedì 22 aprile 2010

L'Etna, la siccità ed il traffico


Il Pd in Calabria sta implodendo, dopo la cocente (e annunciata) sconfitta elettorale è iniziata la resa dei conti, tra chi dice “io l’avevo detto” e chi risponde “non tutti si sono impegnati, altrimenti…!!”. La classe dirigente locale del partito scricchiola, i giornali si riempiono di articoli che spiegano le cause della sconfitta e le motivazioni profonde che non fanno decollare il partito. Peccato che proprio chi scrive questi articoli è tra i principali artefici di questa catastrofe elettorale.
Uno dei problemi che secondo molti ha portato alla sconfitta è il gap di comunicazione. Vale a dire, nonostante le varie amministrazioni riescano comunque a dare risposte alla gente, l’errata comunicazione non ha consentito di trasmettere e far comprendere i risultati all’elettorato. Mi viene in mente il film Johnny Stecchino, quando arrivato a Palermo è stato raggiunto alla stazione dallo zio della donna di cui si era innamorato, (personaggio interpretato dal famoso attore Paolo Bonacelli), che nel tragitto dall’aeroporto a casa elenca le “piaghe” che, secondo lui, affliggono Palermo e diffamano la Sicilia agli occhi del mondo. Per chi non avesse visto o non ricorda il film, il protagonista si aspetta di sentire nominare la Mafia, inceve si sente elencare l’Etna, la siccità e il traffico. Ecco non vorrei che si facesse come nel film, che si finisse ad aprire discussioni su problemi (che comunque esistono) di natura operativa, tralasciando quelli ben più importanti di natura organizzativa.
Il PD fin dalla sua nascita ha avuto un unico grande problema, non possiede un’organizzazione stabile, non possiede una programmazione che consenta di raggiungere determinati obiettivi che (detto tra noi) non si è ancora capito quali siano. A questo va aggiunto che la classe dirigente non è riconosciuta tale neanche dai militanti. Ancora non è chiaro che posizione si ha riguardo ai grandi temi sociali, come il nuovo rapporto con le fonti di energia, l’immigrazione, l’omosessualità, il bipolarismo, il ricambio generazionale e molti altri temi di una rilevanza fondamentale per poter capire che tipo di partito è questo. Non basta dire siamo favorevoli o contrari, bisogna capire che idea abbiamo del nostro paese e solo in un successivo momento avviare una campagna di comunicazione, non televisiva o fatta di slogan e cartelloni pubblicitari (mezzi in cui risulteremo battuti in partenze), ma fatta porta a porta, sul territorio, su ogni cittadino, bisogna andare dall’amico, dal parente, a portare le nostre idee progressiste.
Il problema della comunicazione bisogna porlo quando nascerà la necessità di comunicare alla gente un’idea nuova, ma prima bisogna capire quale idea di società abbiamo.

2 commenti:

  1. Invece di dare espressione a vari realtà politche che non trovano posto in parlamento, si pensa all'UDC.

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  2. Bello il paragone con Jhonny Stecchino non c'era esempio più calzate.

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