venerdì 30 aprile 2010

Commento sulle "10 buone pratiche".

Le proposte contro la crisi, chiamate le "10 buone pratiche", presentate dal vice segretario On. Enrico Letta, rappresentano le risposte che il PD vuole dare alla gente rispetto alcuni argomenti importanti per la collettività. A mio avviso i due temi principali, sui cui sono puntati gli occhi degli elettori, sono il 2° (Fisco) e il 6° (Giovani e Lavoro).
Relativamente al primo dei due argomenti non sono rimasto molto soddisfatto per i seguenti motivi.
Come si fa a ridurre il peso fiscale su chi lavora e chi produce, quando sappiamo che una riduzione generale delle tasse in Italia non è possibile? Con il debito pubblico che ci ritroviamo, una riduzione generale delle entrate fiscali peggiorerebbe le casse del nostro paese e ci ritroveremmo a ricorrere a ulteriore indebitamento pubblico per coprire il fabbisogno statale.
L’Ici ne è un esempio, molti comuni si sono trovati in difficoltà per il minor gettito fiscale ed hanno dovuto aumentare altre tasse comunali. Si aumenta la tassa sui rifiuti, la tassa di occupazione del suolo pubblico, si riempiono le città di parcheggi a pagamento (le famose strisce blu) e i soldi che risparmiamo dall’eliminazione dell’Ici, lì spendiamo pagando i posti auto. In questo modo non si fa altro che tirare la coperta da una parte e scoprire il resto corpo.
Sarebbe più interessante discutere su un’eventuale riduzione della tassazione sul lavoro dipendente (giacché è tra le più alte d’Europa) e, ancora meglio, spostare parte dell’imposizione fiscale dal reddito ai consumi. Dai dati forniti sulle dichiarazioni dei redditi, scopriamo che ci sono professionisti e imprenditori che dichiarano redditi inferiori a quelli di un lavoratore medio, ma possiedono auto di lusso, case, yacht e altri beni.
Altro punto critico è il 6°, come si fa a superare la precarietà con nuovi contratti di lavoro? Non conviene migliorare quelli già esistenti? Quest’argomento è, comunque, strettamente legato alla riforma fiscale, senza una riduzione della tassazione sul lavoro dipendente, sarà difficile risolvere la questione del “precariato”, perché fin quando non sarà conveniente assumere a tempo indeterminato o per periodi accettabili (no per un mese), si può stare certi che non lo farà nessuno.
Sempre su questo punto non è stata citata la questione dei lavoratori poveri (sotto pagati), cioè, quelle persone che nonostante possiedano un regolare contratto di lavoro, anche a tempo indeterminato, percepiscono un salario molto basso che, di fatto, non gli permette di avere una vita dignitosa o, soprattutto per i più giovani, affrontare le scelte importanti della vita come andare a vivere da soli, sposarsi, avere un figlio, contrarre un mutuo, ecc…. .
Riguardo alle altre proposte del documento, comunque condivisibili da un punto di vista generale, ho però notato una certa "retorica" che è sintomo di un partito ancora distante dai veri problemi della gente. Se vogliamo cambiare modo di fare politica, non dobbiamo proporre cose “scontate” o comunque “non fattibili” (perché in questo non siamo bravi quanto lo schieramento avversario), ma far capire alla gente che le promesse fatte dall’altra parte sono fasulle.
Il rinnovamento passa anche dal dire alle persone le cose come stanno, proponendo quello che è necessario per vivere meglio, no quello che tutti vorrebbero sentirsi dire (come chi ha promesso addirittura la cura ai tumori).

3 commenti:

  1. Alla fine c'è poco di diverso dal programma di Berlusconi.

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  2. Io trovo siano proposte serie. Sul fisco si poteva azzardare di più.

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  3. Le proposte fatte da PD sono uguali a quelle fatte dal PDL, meglio non votare!
    Ottima critica comunque!

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