lunedì 18 ottobre 2010

Figli di ...

Dopo Renzo, figlio di Umberto, ora tocca a Geronimo, figlio di Ignazio, a Eros, fidanzato di Michela e Massimiliano, figlio di Bruno. Escludendo il primo, che dopo essere stato bocciato a scuola da professori chiaramente meridionali, per premio e per le sue indiscusse capacità, il papà l’ha fatto candidare ed eleggere consigliere regionale in Lombardia, Geronimo, Eros e Massimiliano sono nuovi membri del Cda dell’AC Milano.
Tempo fa, dopo le dimissioni di alcuni consiglieri di amministrazione dell’Automobile Club di Milano, l’associazione è stata commissariata dal Ministero del Turismo. Quest’ultimo ha pensato di cambiare il vecchio Cda con membri più “giovani”. 
Benissimo verrebbe da dire. Se non fosse che tra questi membri (tutti, chi più chi meno, con un bel conflitto d’interessi alle spalle) ci sono il figlio del Ministro alla Difesa La Russa, il fidanzato del Ministro al Turismo Brambilla e Massimiliano Ermoli, figlio di Bruno uno degli uomini più vicini al Premier. 
Altro che rinnovamento del Cda, mi sa che si sono proprio sistemati i parenti. Questi guardano alla sostanza, al cosiddetto “quibus”. Non sono superficiali, sono persone concrete, che sanno quello che vogliono. Non si lasciano confondere da fuorvianti parole come “Meritocrazia”. Anzi come direbbe il famoso Cetto Laqualunque, interpretato da Antonio Albanese… ‘nto c… alla meritocrazia”. 
Tutto ciò avviene in un periodo di crisi economica, in una fase di difficoltà generale che colpisce soprattutto i giovani. Le ultime rilevazioni Istat parlano di un tasso di disoccupazione giovanile quasi al 30%, con alcune regioni (meridionali) in cui supera il 40%. Considerando che buona parte degli occupati ha un lavoro flessibile, tipo call - center, ci rendiamo conto che si tratta di numeri da allarme sociale. 
Questo, però, riguarda il mondo di sotto, non quello di sopra. Nel primo esistono le crisi, si possiedono lauree e non si trova lavoro, si viene arrestati quando si commettono reati e si pagano le tasse. Insomma è un mondo proprio brutto. In quello di sopra invece regna l’ottimismo, non esistono crisi economiche e nel caso si verificassero vengono subito superate, si possono commettere reati e non essere arrestati oppure si possono raccontare bugie e contraddirsi senza rendere conto a nessuno. 
Il messaggio che si manda ai cittadini è sempre più inquietante. E’ incredibile come nella nostra società sia ancora determinante l’appartenenza o il legame parentale. La mobilità sociale si sta appiattendo, per non parlare del merito che non conta quasi più nulla. 
In Italia le persone “normali” sono diventate i veri clandestini. 
Quando qualcuno vince un concorso, la prima cosa che ci si chiede è dove avrà trovato la raccomandazione. Non si pensa ai meriti che si possono possedere, ma s’indaga su chi può averlo favorito. 
Siamo abituati a convivere con questo meccanismo, tant’è che sembra quasi impossibile fare carriera o avere successo solo con le proprie forze. Viviamo in una specie di realtà distorta, in cui bisogna “pagare per vendersi” come diceva Balzac. "Chi appartiene a …”, “chi fa parti di …” e soprattutto “chi è figlio di …” non vuole vedere questa “distorsione”. Anzi cerca di farla passare per la normalità. Per chi invece capisce di vivere in una società di questo tipo, la realtà appare demoralizzante al limite con la fantascienza. Da qui l’irritazione nel vedere persone, chiaramente incompetenti, ricoprire il ruolo di parlamentari o addirittura ministri oppure il Presidente del Consiglio fare il cretino con ragazzine o raccontare barzellette.

1 commento:

  1. L'Italia sta peggiorando, penso che un punto più basso non si mai toccato neanche durante la prima repubblica.

    Ciao

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