lunedì 27 settembre 2010

Come il due di briscola

Nell’assegnazione delle ambasciate europee, al nostro paese sono andate le briciole. L’Albania e in extremis l’Uganda, questi i due paese in cui ci sarà un ambasciatore italiano in rappresentanza dell’Unione Europea. Considerando che la Germania ha ottenuto due paesi, tra cui la Cina, la Spagna tre, tra cui l’Argentina, la Francia tre, tra cui Ciad e Zambia (con i quali ha interessi strategici), a Washington c’è un portoghese e in Giappone un Austriaco, ci accorgiamo subito dell’ennesimo due di picche che ci è stato rifilato. 
Dico l’ennesimo perché a esso va aggiunta anche la bocciatura, di qualche anno fa, per il posto di Alto Rappresentante per la politica estera (cui aspirava D’Alema). Senza contare la perdita dell’inviato speciale UE in Afghanistan, ruolo fin'ora detenuto da un italiano e che non abbiamo rappresentanti neanche nella struttura del S.E.A.E. (Servizio Europeo per l’Azione Esterna) in cui sono presenti un francese, una tedesca, un irlandese, un polacco e un danese. 
Eppure siamo tra i maggiori paesi del continente sia dal punto di vista demografico, sia economico, siamo tra i fondatori della Comunità Europea, oltre ad essere un popolo di europeisti convinti (al contrario di altri). Nonostante ciò, il nostro ruolo in Europa è sempre più marginale. Anche il The Economist in un articolo del 29 luglio scorso si chiedeva perché il nostro paese conta così poco. Secondo il settimanale britannico la risposta è che “per l’Italia, l’UE è qualcosa di noioso. Berlusconi, in politica estera, riserva il suo entusiasmo per le sue relazioni personali e diplomatiche soprattutto con paesi come la Turchia, la Russia, la Libia, la Bielorussia tutti paesi al di fuori dell’Ue che ispirano molte perplessità da parte di Bruxelles … ”. E’ ormai evidente l’inconsistenza della nostra politica estera (sempre che ce ne sia una), aggravata anche da uno scarso coordinamento tra i vari ministeri interessati. A riguardo proprio qualche giorno fa, dopo l’assegnazione delle ambasciate, il ministro Frattini ha commentato dicendo che si tratta di normale rotazione”, mentre il ministro Ronchi ha parlato di marginalizzazione su larga scala del sistema Italia”. La verità è che la politica estera italiana è basata, esclusivamente, sui poco chiari rapporti personali che il Premier continua a mantenere con personaggi del calibro di Putin e Gheddafi in primis. Senza considerare, le gaffes commesse dal nostro Presidente del Consiglio in importanti incontri internazionali, le decisioni (promosse dalla Lega) contro gli sbarchi dei clandestini e l’ultima uscita (spudoratamente opportunistica) di Berlusconi a favore di Sarkozy sulla questione Rom.
La famosa politica del “cucù” non sta dando i suoi frutti, anzi ci sta facendo spendere il poco credito internazionale che ci eravamo guadagnati col tempo. La visione che all’estero si ha di Berlusconi sfiora il ridicolo, viene visto più come un’affarista che come un capo di stato e spesso, come sottolineato su alcuni giornali internazionali, le sue battute vengono accettate con sorrisi di circostanza per evitare di offendere il paese che rappresenta. La politica estera è una cosa seria, in cui non si ottiene nulla con le battutine di spirito, ma ci vuole gente competente, capace di programmare una strategia unitaria e di farsi rispettare nelle occasioni che contano. La diplomazia è fondamentale anche per lo sviluppo economico del paese, basta guardare gli ultimi risultati economici della Germania, ottenuti grazia a importanti interventi diplomatici e industriali in Cina e in altri paese in via di sviluppo. Farsi sentire all’estero è un dovere per il governo italiano anche in virtù del fatto che l’Italia è uno dei paesi più impegnati nelle missioni di peace – keeping, in cui vengono messe a rischio le vite dei militari italiani. Non riuscire a far valere l’impegno e le risorse impiegate per partecipare al mantenimento della pace aggrava ancor di più il fallimento di questo governo.

2 commenti:

  1. Spero solo che qualcuno lo mandi a casa e magari dopo lo arrestassero pure.

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  2. Perchè la politica estera di Prodi era migliore? ma fatemi il piacere!

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